Un nuovo protagonismo della politica per rilanciare la Basilicata
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- On 4 Dicembre 2024
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Pubblicato su La nuova del Sud del 4 Dicembre 2024
L’appello dei Vescovi lucani apre uno spazio di confronto necessario sulle grandi sfide che attendono la Basilicata e sul futuro delle nostre comunità. È un invito rivolto a tutte le forze vive del territorio a impegnarsi non solo per immaginare un nuovo modello di sviluppo, ma anche per ripensare il modo in cui viviamo e ci relazioniamo come società. I temi indicati sono nodali: valorizzare le risorse naturali, colmare il divario infrastrutturale, promuovere politiche industriali e formative che rimettano al centro il lavoro e la dignità delle persone. Questi spunti richiamano con forza l’urgenza di costruire risposte concrete e ambiziose.
Il Rapporto annuale della Svimez, d’altro canto, ci consegna un quadro allarmante. Dal 2019, il PIL della Basilicata è crollato del 5,7%, segnando il peggior dato del Mezzogiorno e uno dei più bassi a livello nazionale. Ma questi numeri vanno oltre le statistiche: raccontano di famiglie in difficoltà, giovani costretti a lasciare la propria terra, territori che si svuotano. Non possiamo accettare che questa situazione venga interpretata come un destino inevitabile. È il risultato di scelte politiche prive di visione, incapaci di affrontare le trasformazioni globali e le crisi che attraversano il nostro tempo: dai cambiamenti climatici alla transizione energetica, dall’automazione dei processi produttivi all’erosione dei diritti dei lavoratori, dall’invecchiamento demografico ai nuovi equilibri economici del mondo.
In questo contesto, è d’obbligo chiedersi come ricostruire gli strumenti necessari per affrontare questi cambiamenti. Non è un caso che il declino economico e sociale di tanti territori, compreso il nostro, coincida con una crisi di rappresentanza e di progettualità. Certo, questo non è solo un problema locale: in tutta Europa ci si misura con disuguaglianze crescenti, territori marginalizzati e un indebolimento della coesione sociale. La mancanza di risposte adeguate a tutto ciò amplifica il disagio e mina alle fondamenta la fiducia nelle istituzioni e nella democrazia stessa. Basti guardare il calo drammatico, elezione dopo elezione, della partecipazione al voto.
Ma è proprio in questa crisi che, paradossalmente, emerge con forza la necessità di un nuovo protagonismo della politica. Quella politica che per decenni ha rappresentato il fulcro di un compromesso virtuoso tra sviluppo economico, democrazia e giustizia sociale, che ha reso l’Europa un modello unico al mondo. Oggi, quella capacità di costruire visioni condivise sembra smarrita, ed è più urgente che mai recuperarla in quanto unica vera strada per interpretare le sfide del nostro tempo e restituire fiducia ai cittadini.
Le parole dei Vescovi impongono una riflessione urgente su questo vuoto, che sta erodendo certezze e speranze anche in Basilicata. La gestione dell’acqua ha generato una crisi senza precedenti, mentre sul fronte industriale manca una visione strategica in grado di innovare e rilanciare il tessuto produttivo, lasciando spazio a interventi frammentati e incapaci di sostenere comparti in trasformazione come automotive ed energia. Nel frattempo, perdiamo una ricchezza cruciale: i saperi. Università, ricerca e competenze non trovano spazio in un progetto organico, e i giovani, pur talentuosi, sono costretti a cercare altrove il futuro che qui manca.
Questo impoverimento progressivo, sia umano che culturale, aggrava l’incapacità di trasformare le potenzialità della Basilicata in opportunità reali. Senza una visione che sappia coniugare tutela delle risorse, sviluppo industriale e valorizzazione del capitale umano, tutto rischia di arretrare pericolosamente. L’immobilismo non può prevalere: serve dare risposte concrete ai bisogni immediati delle persone e al tempo stesso tracciare soluzioni che guardino con coraggio alle sfide future della nostra regione.
È urgente ricostruire un senso di comunità e una direzione condivisa, basati su un patto nuovo e forte tra politica e società. Questo significa mettere al centro le persone, il lavoro, l’istruzione e una crescita realmente sostenibile, capace di tenere insieme giustizia sociale e rispetto per l’ambiente. Ma significa soprattutto restituire forza e credibilità a partiti e istituzioni, rendendoli strumenti autentici di ascolto e di trasformazione. Non è solo una responsabilità di chi governa, ma una sfida collettiva che chiama a raccolta tutte le energie migliori della Basilicata, per immaginare e costruire insieme il futuro della nostra regione.
Per ragioni storiche, in Basilicata più che altrove, questa sfida chiama a responsabilità soprattutto il centrosinistra. Per decenni, nelle sue diverse espressioni, è stato il cuore del sistema politico e istituzionale lucano, rappresentando, al netto di errori e limiti fisiologici, una forza capace di garantire coesione sociale, sviluppo economico e innovazione. Qui, crisi del centrosinistra e crisi della politica si sono intrecciate fino ad essere sovrapponibili. Così, con il venir meno di una politica capace di interpretare e guidare i cambiamenti, si è aperta una lunga stagione di governo, interpretata dalla destra, che ha mostrato tutta la sua incapacità di garantire una visione per il futuro della regione. Un governo fermo, incapace di stare nel presente delle questioni come in quel domani, abitato da sfide cruciali, che ci aspetta.
Il centrosinistra ha perciò il dovere di alzare l’asticella. L’opposizione è necessaria e preziosa, come dimostra il lavoro dei nostri consiglieri, che sono impegnati nel denunciare ed arginare quotidianamente le inadeguatezze del governo regionale e nell’avanzare proposte concrete a favore dei cittadini. Tuttavia, ha bisogno di essere sostenuta e accompagnata da un progetto politico ambizioso, capace di interpretare le sfide del nostro tempo e offrire una prospettiva concreta e di lunga lena per la Basilicata. È la politica a dover assumersi la responsabilità di connettere le forze migliori della nostra regione. È nostro il compito di organizzarle, valorizzarle e metterle al servizio di un’idea di futuro che non sia solo un elenco di risposte immediate, ma un disegno condiviso per il domani.
Abbiamo di fronte a noi la responsabilità di ricostruire una comunità politica forte, capace di ascoltare e di trasformare il disagio in opportunità. La Basilicata ha le risorse e le energie per farlo, ma servono coraggio, consapevolezza e determinazione. Non possiamo permetterci di attendere oltre.
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