Un referendum per difendere la Costituzione
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- On 29 Luglio 2024
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Pubblicato su Huffington Post il 29 Luglio 2024
Le quasi 200mila firme raccolte in appena due giorni sul portale online per la campagna contro l’autonomia differenziata sono un fatto politico rilevante. Una mobilitazione straordinaria e un’aggregazione spontanea di consensi che travalica le nostre capacità e i nostri sforzi organizzativi e che, quindi, merita di essere letta con particolare attenzione.
Sono convinto che le ragioni di fondo di questa spinta popolare, peraltro piuttosto uniforme in tutta Italia, non possano esaurirsi nel giudizio netto e pesantissimo su di un testo scellerato che allargherà le diseguaglianze tra Nord e Sud, che certificherà la distinzione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B e che creerà nuove forme di squilibrio territoriale. C’è anche dell’altro.
Questa legge toccherà in maniera significativa ambiti cruciali per la vita quotidiana delle persone, dalla sanità all’istruzione fino ad ambiente ed energia. Ogni regione potrà scegliere le competenze che vuole su materie di primaria importanza. L’accesso alle cure e la qualità dell’istruzione dipenderanno dalla fortuna o dalla sfortuna di nascere in un luogo piuttosto che in un altro. Vivremo in venti staterelli diversi e divisi, in un’Italia più fragile e meno competitiva. La mortificazione dei principi della nostra Costituzione. La fine, di fatto, dell’unità nazionale, della quale rischiano di rimanere solo l’Inno di Mameli e il tricolore.
Non si può rimuovere, poi, il contesto in cui la legge Calderoli è stata approvata: uno scambio indecente con il sì al Premierato. La destra ha barattato al suo interno la secessione leghista in cambio dei pieni poteri a uno solo e dell’umiliazione del ruolo e della funzione del Presidente della Repubblica. Un disegno eversivo. Un atto di violenza sulla nostra Costituzione, in difesa della quale gli italiani e le italiane hanno già dimostrato di sapersi mobilitare e, a giudicare dall’inizio della campagna referendaria, hanno intenzione di mobilitarsi nuovamente.
È questo il tanto altro che c’è dentro il quesito per il quale stiamo firmando: la difesa della nostra Costituzione. È su questo, in fondo, che si stanno mettendo insieme forze politiche, sociali, associative e sindacali e su cui si sta mobilitando una parte significativa del Paese. È questo il grande movente popolare che può rappresentare il cuore dell’alternativa alla destra. In esso è racchiusa la lotta contro l’autonomia differenziata che divide il Paese e contro il premierato che abolisce la Repubblica Parlamentare. La difesa dei beni pubblici fondamentali come sanità e istruzione, la rivendicazione di un lavoro giusto e dignitoso, la costruzione della Pace.
Quelle 200.000 persone che in appena quarantotto ore hanno deciso di mettere la propria firma sul referendum stanno indicando una strada da seguire. Indipendentemente dall’esito politico che avrà questa vicenda, è un segnale di speranza, e non è poco.
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