L’Italia non è l’Emilia Romagna
- Posted by Staff
- On 28 Gennaio 2020
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Intervento su Huffpost.it del 28/01/2020
L’italia ha un cuore rosso che batte. E batte forte.
Il voto di ieri andrà sviscerato nel profondo, ma sono convinto che ci siano alcuni semplici messaggi da cogliere nell’immediato, e di cui fare tesoro.
Con buona pace di chi per anni, o negli ultimi mesi, ha teorizzato il contrario, destra e sinistra esistono, e sono più radicate che mai.
Come è già accaduto in passato, ancora una volta le urne hanno bocciato chi ha fatto del voto un referendum su se stesso. In Emilia vince la piazza sul capitano. Un popolo, mobilitato e unito, su un singolo. L’uomo solo al comando perde, e perde male. La sinistra, dunque, abbia le porte aperte a tutti e nessuno seduto a capotavola.
Oltre la narrazione, Salvini non è invincibile. Nelle urne, ieri, ha perso due volte. Perde in Emilia dove fino a venerdì annunciava una vittoria strabordante, ma il risultato peggiore lo ottiene forse in Calabria, dove finisce appaiato alla Meloni e doppiato da Forza Italia. La Lega al Sud non passa. Un segnale incoraggiante in vista di Maggio in Puglia e Campania.
Vince il modello Emiliano-Romagnolo. Non il perimetro della coalizione con cui ci siamo presentati alle elezioni ma una cultura di governo che ha saputo fare innovazione e crescita economica senza lasciare mai indietro nessuno, che non combatte le diseguaglianze, le sconfigge.
Dovrà essere questo l’obiettivo del governo nei prossimi mesi. Dare risposte lì dove il conflitto sociale c’è ed è aspro, a quei milioni di italiani che si sentono soli e inermi rispetto alle difficoltà di un mondo sempre più grande e complesso. Commetteremmo un tragico errore se rimuovessimo il fatto che l’Italia non è l’Emilia Romagna e che spetta a noi, alla sinistra, fare in modo che ci somigli sempre più.
In queste settimane è emersa tutta la voglia riscatto e di partecipazione della nostra gente che ha riempito prima le piazze, poi le urne. Partecipazione che ha travalicato ogni steccato, simbolo e recinto che negli anni abbiamo costruito.
Ora sta alla politica trasformare quella voglia in qualcosa di stabile, strutturato e duraturo.
L’Emilia Romagna è una scintilla che può appiccare un incendio o spegnersi in un attimo. Dipenderà tutto da noi, dalle parole che sceglieremo, dalle scelte che faremo. Abbiamo vinto una battaglia, questa è cronaca, spetta a noi dimostrare che può diventare l’inizio di una nuova storia.
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